PP8 E LA DEFINIZIONE INDEFINIBILE

Prima che chiudessero le scuole a causa dell’emergenza sanitaria la maestra diede a Paperino Paperotto e ai suoi amici un compito da svolgere durante i giorni che avrebbero passato a casa. Ad ognuno assegnò una parola diversa dal dizionario per cui avrebbero dovuto scrivere una dettagliata definizione.

Paperino aprì piano la sua busta e poi guardando urlo: – Squak! Dio? Ma è superdifficile! Non è giusto. –

Ma la maestra lo rassicurò: – Su Paperino, non è poi così difficile… E poi avrai molto tempo per fare le tue ricerche. –

Provò a scambiare la sua parola con quella di qualche suo amico ma nessuno la voleva, così ritornò alla fattoria trascinando sconsolato lo zaino. Si avvicinò la capretta Billy ma subito Paperino disse: – Scusa Billy ma non ho proprio voglia di giocare! Uff… E ora come faccio? Dovrò chiedere una mano, ma a chi? Umm… Forse a Nonna Papera? Meglio di no, è troppo occupata con la raccolta. Ciccio? Ma per svegliarlo non basterebbero cinquemila sveglie! Forse potrei chiedere allo zione! Infondo lui ha viaggiato molto e potrebbe raccontarmi qualcosa di interessante! —

Così chiamò lo zio Paperone e, spiegato il problema, gli chiese una mano.

– Vedi Paperino, – rispose – non è una cosa molto semplice da spiegare ma ci proverò. Quando ero nel Klondike a cercare l’oro mi sono ritrovato molte volte in situazioni pericolose, bloccato nella neve, ma sapevo che ce l’avrei fatta grazie alla mia forza di volontà e alla protezione di Dio –

Ma Paperino lo interruppe: – Ma come facevi a sapere che ti proteggeva? E avevi capito chi è Dio veramente? –

– Un passo alla volta. Ero sicuro della sua protezione perché lo pregavo e Dio ricambia sempre il nostro amore per lui, aiutandoci fin da quando siamo più piccoli. “Amami acciocché io possa amarti, se non mi ami il mio amore non potrà mai raggiungerti“. – Paperino intanto scriveva questa frase per non dimenticarla – Mi ricordo ancora quando guadagnai la mia amata numero uno facendo il lucida scarpe! Avevo pregato tanto che accadesse, che emozione! Noi non possiamo vedere Dio o sapere come sia fatto… –

– E quindi?! – esplose Paperino – Oh no, non riuscirò mai a dare una definizione! —

Lo zione cercò di rassicurarlo: – Dio è come il vento: sappiamo che esiste perché ci scompiglia le piume e fa svolazzare gli amati verdi dollarucc… Ehm, volevo dire gli amati verdi alberi! Insomma, non possiamo vederlo ma questo non significa che non esiste! Prova a scrivere sul tuo compito le tue esperienze, quello che ti fa essere sicuro che Dio ti protegge e vedrai che andrà alla grande. –

– Hai ragione zione! Dio mi ha regalato tanti bei momenti con i miei amici, la famiglia, la mia capretta Billy… Squak! Ora ho tantissime idee, grazie mille zione! —

Quando ritornarono a scuola la maestra prese in mano il compito di Paperino Paperotto dicendo: – Questo era un compito davvero difficile, ma devo dire Paperino che ci hai messo davvero tanto impegno e fantasia. Sicuramente è il compito più originale e divertente! —

Beh, per descrivere Dio ci vuole proprio tanta fantasia! Ma Paperino Paperotto ci era riuscito con successo… Chi vuole provare?

Maria Giulia Schemmari (scrittrice e poeta)

COME PREGA PETER PAN?

Peter una sera stava andando a fare visita a Wendy per chiederle di venire a giocare un po’ con lui sull’Isola che non c’è, ma l’amica rispose sconsolata:

– Non possiamo uscire di casa, non sai cosa è successo negli ultimi giorni? –

– Non mi è arrivata alcuna notizia… Entro in casa così mi spieghi tutto! – disse Peter attraversando la finestra, ma Wendy lo bloccò

– È meglio che tu non entri. Devi rimanere fuori alla distanza di almeno un metro. Ora ti racconto… – così la bambina spiegò a Peter Pan la situazione che stavano vivendo a causa del Coronavirus.

– Oh no! – esclamò Peter mettendosi le mani fra i capelli – Devo correre ad avvisare tutti gli amici sull’Isola che non c’è! Ma prima per favore Wendy dammi una mascherina… Non si sa mai! –

Così sfrecciò via veloce come una cometa. Arrivato sull’Isola tutti si misero a ridere di lui perché sembrava davvero buffo con la mascherina.

– Cos’è, un nuovo gioco? Fammela provare! — dicevano tutti. Ma Peter per farli stare in silenzio urlò

– Baaaaasta! Non è un gioco purtroppo. Devo radunare anche Capitan Uncino e la sua ciurma, così spiegherò a tutti gli abitanti dell’isola cosa sta succedendo sulla Terra. – i compagni erano increduli ma Peter continuò – Per questa volta dovremo unirci in pace. È in gioco l’esistenza dell’isola che non c’è!

Volò così verso il vascello pirata gridando:

– Capitan Uncino vengo in pace! Campanellino non è con me, quindi sono disarmato! Devo parlarti, è importante! —

Spiegata la situazione al Capitano, quello decise di far attraccare il suo veliero sul molo per far scendere la sua ciurma sulla terraferma. Così Peter raccontò a tutti quello che Wendy aveva detto a lui e aggiunse tristemente: – Se i bambini smetteranno di sognare l’Isola che non c’è questa scomparirà e noi con lei. Purtroppo non so cosa fare e tutti i bambini sono così tristi.

Allora Campanellino Trilli cominciò a svolazzare attorno all’orecchio di Peter, che riportò agli amici il messaggio: – Trilli dice che dovremmo metterci a pregare perché la polverina magica torni a far sognare i bambini!–

– Ma come si fa? Io non l’ho mai fatto! — disse Capitan Uncino

Peter rispose – So che alcune popolazioni pregano con le mani congiunte – ma quando il capitano provò si mise a urlare di dolore, perché il suo uncino punse l’altra mano – Altre invece si mettono per terra, piegate sulle ginocchia – ma quando Spugna provò, iniziò a rotolare per terra per quanto era paffuto – Ma credo che non troveremo mai una posizione che vada bene per tutti noi.- ammise infine guardando gli altri. Trilli però suggerì qualcosa a Peter: – Ognuno dovrà trovare la sua posizione ideale, l’importante sarà pregare con cuore puro e mente distaccata. Dividiamoci amici! Troveremo l’armonia per pregare e per salvare i sogni dei bambini, ne sono sicuro!–

Pregarono per un giorno intero, alcuni sotto un albero, altri per aria, altri ancora sulle montagne. Ad un certo punto la terra iniziò a tremare e tutti si radunarono a valle, osservando il vecchio vulcano spento eruttare polverina magica che brilluccicava nell’aria.

Peter entusiasta gridò: – Amici ce l’abbiamo fatta! –

– Ma chi di noi avrà pregato nel modo giusto? – chiese Uncino. Allora Campanellino si avvicinò all’orecchio di Peter e guardò tutti soddisfatta. Quello allora felice disse: – Qua la mano Capitan Uncino! Trilli dice che “Tanto potente è la luce dell’unità che può illuminare il mondo intero!” Abbiamo salvato i sogni dei bambini e l’Isola… Secondo me potremmo riunirci a pregare un po’ più spesso! —

Così Peter Pan e tutti gli abitanti dell’Isola che non c’è, finalmente uniti, salvarono i nostri sogni… Magari in giro potremmo trovare ancora della polverina magica! Chi cerca trova. 

Maria Giulia Schemmari (scrittrice e poeta)